Stiffe (San Demetrio ne' Vestini)

Appunti sul paese

Stiffe è frazione di San Demetrio ne'Vestini ma, rispetto al capuluogo, si trova lungo la riva opposta del fiume Aterno (la destra), a breve distanza dalla ferrovia e dalla strada provinciale n° 261 (ex statale Subequana). È un centro di parlata del medio Aterno.

La prima menzione di Stiffe risale ad un catalogo del 1167 (...Stiffam...). Si trattava di un borgo fortificato che, verso il 1000, raccolse le popolazioni che fino ad allora facevano riferimento alla chiesa di Sant'Andrea nel piano. Il castello partecipò alla fondazione della città dell'Aquila, poi il centro passò sotto la giurisdizione di San Demetrio. Nel 1906 vi fu avviata la costruzione di una centrale idroelettrica, alimentata dalle acque delle "Grotte". Nel 1991 le Grotte furono aperte alla visita turistica.

Appunti sul territorio

La ridotta montagna di Stiffe occupa un settore della catena del Sirente, compreso fra quelli di Tussillo e di Campana. Verso valle, è limitata dalla pianura alluvionale del fiume Aterno.

La cima appartenente a Stiffe è ju móndë, ovvero il bordo dell'altopiano fra Terranera e Fonteavignone. Importante emergenza naturale è la fóssa, una cavità carsica che si trova ad est dell'abitato.

Straordinaria rilevanza hanno le cosiddette Grotte di Stiffe, attrezzate per la visita turistica. Qui vi è lo sbocco del ruscello ipogeo della fócë, che proviene dall'inghiottitoio di pùzzë callàrë sull'altopiano di Rocca di Mezzo.

La toponomastica

La montagna di Colle Rotondo
1. L'abitato di Stiffe si trova appena a valle della grossa cavità carsica famosa per la serie di grotte, oggi attrezzate per la visita turistica e note come Grotte di Stiffe. Il nome dialettale è la fócë, ripreso pure dalla cartografia IGM come nome della sorgente la Foce. Si tratta, in effetti, dello sgorgare del ruscello ipogeo proveniente dall'inghiottitoio del Pozzo Caldaro sull'altopiano di Rocca di Mezzo. Il termine foce è impiegato per designare lo 'sbocco' in pianura di una valle, di un canalone ecc.

2. A monte della Foce, la montagna di Stiffe confina con quelle di Tussillo e Fonteavignone. Il crinale qui sale gradatamente verso l'altopiano sommitale, a differenza del Colle Rotondo di Tussillo che si presenta come il bordo ben definito dell'altopiano stesso. Questa dorsale è detta a Stiffe allaccìrcë, con un nome che andrà analizzato come 'alla accircia', essendo quest'ultimo termine un riflesso di un latino *cercea, con assimilazione da quercea, nel senso di 'querceto'. Un toponimo dello stesso tipo si trova a Pettorano (Aq).

3. Proprio a confine con Fonteavignone, sopra la Foce, si trova la spianata delle mandrùccë. Si tratterà di una zona frequentata dai pastori, che vi avevano dei recinti per gli animali, chiamati in dialetto mandre.


La montagna dei Colli
4. Il territorio stiffano è diviso in due dalla vàllë rëmùzza, lungo la quale sale la mulattiera che conduce a Fonteavignone. Il toponimo è un composto di valle e di un secondo termine che può essere interpretato come derivato di mozzà 'mozzare, tagliare', con prefisso intensivo re-. Il senso della designazione è, dunque, 'valle tagliata e ritagliata', con riferimento al ceduo, cioè al taglio periodico degli alberi del bosco di Faggeto.

5. Ad est della Valle Remozza si estende la montagna dei Colli, come è chiamata più in alto. La parte pertinente a Stiffe è per lo più occupata dal bosco del faìtë, fino ai confini con Campana. Il toponimo è un chiaro collettivo in -etum (-ìtë per metafonesi) del latino fagus 'faggio'.

6. Presenza dominante di questa parte di montagna è sicuramente la fóssa, ovvero una grossa dolina carsica (573 m) divisa in due dal confine comunale con Fagnano. In quest'area l'appellativo fossa, di origine latina, indica proprio le doline. Si confronti Fossa, nome di paese, e poi Fossa Pagliericcia di Casentino, Fossa Raganesca di Ocre, Fossa di Monticchio, ecc. Una strada mulattiera che sale dal paese è chiamata vìa dë la fóssa. Guadata la Valle Remozza, giunge infatti càpë la fóssa al quadrivio di 787 m detto lë quàttrë vìë a Campana e lë quàttrë stràdë a Fonteavignone.

7. Dal quadrivio, un sentiero risale verso la Valle Remozza, fino a trovare un nuovo bivio a q. 857. E' questa la zona di collicìglië, come viene chiamata almeno a Fonteavignone, la quale include la fascia ai piedi del bosco del Faggeto. Il nome è un diminutivo di colle, col doppio suffisso -icillo di diffusione meridionale. A monte, si trova càpë collicìglië.

8. Dal bivio di Collicillo il sentiero devia verso sud risalendo la ripida erta della castàgna. Ai margini del bosco del Faggeto, si tratterà di località dove vegetano i 'castagni'. Più sopra, si imbocca una vallecola cieca chiamata vàllë dëgli'ólmë. Questa è una designazione che richiama invece la presenza di 'olmi' fra la vegetazione arborea, ed è conosciuta anche a Fonteavignone, semplicemente come ólmë.

9. Tutta la catena Terranera-Fonteavignone è però nota ai locali con la locuzione a ju móndë 'al monte'. Come a Terranera stessa, monte indica il 'territorio alto', frequentato per la pratica della monticazione. Quindi, in particolare sarà riferito alla zona delle pagliare di Fagnano, Fontecchio, Tione.