Rocca di Cambio

Appunti sul paese

Rocca di Cambio è il comune più alto d'Abruzzo con i suoi 1433 m di altitudine. La sua parlata è schiettamente forconese.

L'origine di Rocca di Cambio è molto antica, in quanto se ne ha notizia dal sec. X quando era chiamata Rocca Ottonesca dal nome dell'imperatore Ottone II che soggiornava in estate in una dimora che si era fatto costruire a Campo Felice.

Da visitare sono la chiesa parrocchiale dell'Annunziata (sec. XVI), la panoramica chiesa di San Pietro e la chiesa rurale di Santa Lucia, distante circa 1 km dal paese e la più antica, forse risalente al periodo ottonesco.

Appunti sul territorio

Rocca di Cambio occupa col suo territorio comunale l'estremo settore sudorientale del massiccio in esame. Una catena spartiacque la divide infatti da Rocca di Mezzo, mentre i confini con Lucoli e Ocre sono convenzionali. Verso valle, la montagna roccolana svanisce nel Piano delle Rocche e, sotto al paese, nella dorsale dei Colli che salda il Velino al Sirente.

Il crinale che chiude il bacino endoreico di Campo Felice attraversa il territorio di Rocca di Cambio, entrandovi a sud con l'insellatura della vrëcciàra (1714 m), risalendo alla cima della sèrra lùnga (1909 m) e scendendo di nuovo alla fórca mìccia (1720 m). Da qui la linea spartiacque entra nel comune di Lucoli, ma oltre la cosiddetta Selletta di Settacque (2000 m) giunge all'importantissimo nodo orografico di móndë càgnë (2209 m), la cui cresta appartiene per tre quarti a Rocca di Cambio, terminando proprio a monte del paese. Fra le due dorsali appena descritte, si estende il sistema vallivo della cannavìna e di settàcquë.

Quanto alle presenze antropiche in montagna, vanno ricordate innanzitutto le miniere a cielo aperto, o cave, di bauxite, che si trovano sul versante occidentale della Serra Lunga. A questa meta storica di frequentazione, si è sostituito oggi il complesso sciistico di Campo Felice, centrato proprio nel comune di Rocca di Cambio, con la seggiovia della Brecciara e le sciovie del versante occidentale. Sulla cresta di Monte Cagno i paesani costruirono tre croci, realizzando una sorta di Calvario. Le fonti sono piuttosto abbondanti: a fundàna e capëtónë sulla Serra Lunga, il fontanile di càpë ritórtë, nonché le 'sette' sorgenti di sëttàcquë, con fontanile. Diversi stazzi si trovavano invece nella valle della cannavìna.

I sentieri CAI citati sono il n° 9 (con la variante n° 9A), da Rocca di Cambio alla cima di móndë càgnë, il n° 9B da Rocca di Cambio ai confini con Ocre, il n° 10 da Rocca di Cambio alla cima di móndë càgnë, il n° 11 alla cima di sèrra lùnga.

La toponomastica

Monte Cagno - versante nordest
1. Il confine con Ocre è segnato da un poderoso muro a secco, lungo circa 600 m, che comincia in cima al Collalto ed arriva fin sotto le rocce sotto la cimata di Monte Cagno. Come ad Ocre, questo muro è chiamato ju muragliónë, con un accrescitivo.

2. La sella in cima al Collalto (1616 m) è raggiunta da Rocca di Cambio mediante il sentiero CAI n° 9B. La via ha inizio dalla strada circonvallazione del paese (cartello indicatore), passa accanto ad una pineta di rimboschimento, non lontano dalla località lë fondëcèllë. Qui evidentemente dovevano esistere delle sorgenti, ma esse non sono né segnate sulla carta IGM, né citate dalla guida CAI.

3. Si passa poi per un ampio prato, delimitato da un muretto, in località u jimmëtónë, oltre il quale il sentiero tende a perdersi, soffocato dall'alta vegetazione. Il toponimo riportato sulle carte è, in effetti Posatore, ma questo è una collocazione errata del nome u pësatùrë, che si riferisce a tutt'altra zona. Quanto all'effettivo nome della zona, si tratta di un derivato (suffisso accrescitivo -one) di limite, riflesso del latino limite(m) 'linea di confine naturale', spesso col senso di 'scarpata'.

4. Sotto il sentiero, si dovrebbe trovare una fóndë copèrta, forse non lontano dalla q. 1480. Si tratterà, allora, di una sorgentella 'coperta' nel senso di 'nascosta', oppure 'cementata'. Se la collocazione è corretta, la sorgente è raggiungibile da una mulattiera che parte dalla circonvallazione del paese, ed attraversa, sopra la statale, j'órtë i masciù, ovvero gli orti 'dei Mascioni'. Va ricordato che orto indica un coltivo, per lo più piantato.

5. Il tratto più dissestato del sentiero CAI n° 9B attraversa a fràna, alle pendici di Monte Cagno. Questo nome è evidentemente di origine recente, italiana, come recente sarà probabilmente la 'frana' in questione. Passato questo tratto, si giunge al piànë dëlla fondàna (1583 m). Questa pianetta prende il nome da una 'fontana' che vi si troverebbe, ma essa non è né segnata sulle carte, né menzionata sulla guida CAI.

6. Sotto il Piano della Fontana, si trova u pràtë dëlla canàla, un prato in pendenza che costeggia il dosso di Collalto. La voce prato, latino pratu(m) è qui specificata dall'appellativo canala, metaplasmo femminile di canale, in origine 'grondaia', poi traslato per 'canalone di montagna che porta acqua'.

7. Quanto al collàltë, si tratta, in realtà, di una serie di colli a confine con Ocre, compresi fra la canala e delimitati verso nord dalla macchia di trìa. La zona più accidentata è a q. 1555, mentre il sentiero CAI n° 9B passa su un valico a q. 1616, oltre il quale si entra in comune di Ocre.

8. La citata 'macchia' di trìa, ovvero un bosco che occupa il versante a sud della statale, è chiamata a Rocca di Cambio i vagliùnë. Questo nome è un derivato (accrescitivo, plurale) di vàglië, voce dialettale che riflette il latino medievale gualdum, prestito dal longobardo wald. La trafila fonetica è gualdum > *vàllu > *vàgliu > *vàglië, con palatalizzazione di -ll- davanti a -u.

9. Il toponimo trìa lo si trova invece nella forma u fùnnë e trìë, che designa la parte più bassa, un avvallamento a confine con Ocre che è pure chiamato, ma a Fontavignone, u lachë. In definitiva, il toponimo trìa, trìë si estende, almeno in origine, a tutta l'area a cavallo dei comuni di Rocca di Cambio, Ocre e Rocca di Mezzo, come riportato dalla cartografia IGM il Trio. Quanto alla sua origine, si può pensare a trivium 'trivio', cioè uno snodo di sentieri.

10. Sopra la statale, non lontano da u vàlëchë, ossia 'il valico di Rocca di Cambio' (1383 m), c'è la càva egliu scarbëllìnë, una cava di pietre, come indica il toponimo che richiama l'appellativo scarbëllìnë (anche scarapëllìnë) 'scalpellino'.


Monte Cagno - versante sudovest
11. La montagna che sovrasta l'abitato di Rocca di Cambio è chiamata col nome càgnë, da cui deriva la specificazione Cambio atribuita da tempo al nome del paese. La via normale di salita lungo l'affilata còst'i càgnë parte dalla circonvallazione, in cima al paese, nella zona detta u còllë. L'appellativo colle deriva dalla circostanza morfologica del sito.

12. A q. 1440 un cartello indicatore segnala l'inizio dell'itinerario CAI n° 9, che attraversa un prato in località pédë cavàglië. Questo interessante toponimo corrisponde alla designazione presente sulla cartografia IGM Piè del Cavallo, e richiama un nome non attestato cavàglië, che si riferirà alla montagna di cui questa zona rappresenta la pendice, da cui la preposizione pédë 'ai piedi (di)'. Quanto all'appellativo cavàglië, vale formalmente 'cavallo', ma questa può anche trattarsi di etimologia popolare di un nome antico, del tipo cava 'cavità, vallone', che potrebbe applicarsi al canalone dove passa un vecchio sentierino scosceso (itinerario n° 9A). Viceversa, il nome cavallo si riferirebbe alla cresta di Cagno, vista come la 'groppa' del cavallo.

13. Il sentiero n° 9 costeggia una pineta, dopo un indicazione su un grosso masso. Potrebbe essere questo la capànna i bértë, che i paesani ricordano come una specie di 'dolmen' megalitico, formato da due pietre ritte ed una che le copre. In effetti, il nome capanna 'costruzione rurale di pietra' fa pensare ad una sorta di 'portale', mentre la specificazione è un cognome locale, declinato al plurale.

14. Raggiunta la recente chiesetta degli Alpini (1465 m), il sentiero esce allo scoperto e guadagna, con qualche tornante, la cresta di Cagno, dove c'è una croce di legno (1550 m) detta a crócë annëmiésë, ovvero 'croce di mezzo'. La specificazione 'di mezzo' richiama la presenza di una croce più a monte, e di una ai piedi della montagna, nel piano.

15. A monte della croce, il sentiero sale ripidamente su terreno malagevole, lungo la cresta che viene chiamata u calvàrië. Tale designazione è piuttosto diffusa nell'Appennino Centrale, è richiama ovviamente il monte della crocifissione, sia per l'aperità del luogo, sia per la presenza effettiva di due (forse in passato tre) croci. La seconda croce è, infatti, a crócë a càpë (1780 m), che secondo la guida CAI si chiamerebbe la Crocetta, ma in effetti è più grande della precedente, ed in ferro. La terza croce è viva quantomeno nel toponimo a crucétta, che si riferisce a località ai piedi della montagna, addirittura sotto la strada di circonvallazione.

16. Sopra la croce da capo, la guida CAI suggerisce di continuare sul filo di cresta, mentre il precedente sentiero passava sul versante occidentale della montagna, diretto più che alla cima, agli avvallamenti ad ovest di questa, noti presso i locali come u jàccë egliu lébbrë, e ju jàcciu degliu lébbre a Roio. Sulla guida CAI si cita questa località (chiamata Iacci deju Lepre) come raggiungibile dalla selletta fra la cima (2153 m) e l'anticima (2099 m) del settore di Monte Cagno pertinente a Rocca di Cambio. Tale settore è denominato M. Cagno sulle carte IGM, che riservano il nome M. Ocre alla cima più elevata, in territorio di Ocre.

17. A ovest della cima, si estende la vasta regione variamente detta sëttàcquë, settàcque e addirittura sottàcqua nei paesi limitrofi (Rocca di Cambio, Lucoli, Bagno, Roio). In effetti, si tratta di un'amena conca prativa costellata da numerose sorgenti, secondo alcune veramente sette, che danno ragione del toponimo. In realtà, il numero sette è simbolico, e indica una generica 'moltitudine'. A q. 1970, è stato sistemato un fontanile, chiamato Fontanile di Settacque sulla guida CAI.


La montagna della Serra Lunga
18. L'abitato di Rocca di Cambio è separato da Campo Felice da un crinale alto 1909 m, chiamato Serralunga sulle carte IGM e, poco schiettamente, sèrra lùnga dai locali. In effetti l'aggettivo dialettale sarebbe lónga, regolare evoluzione del latino longus, mentre il toscano, e quindi italiano lungo, risente di una particolare norma fonetica che prevede la chiusura della vocale davanti a nasale. Questa montagna culmina con una cresta dentellata che va dal valico di Forca Miccia alla stazione della funivia della Brecciara, nei pressi del confine con Rocca di Mezzo.

19. La salita diretta alla cima della Serra Lunga va effettuata seguendo l'itinerario CAI n° 11. Dalla strada comunale di Caporitorto, percorsi circa 2 km, si prende, in corrispondenza di un gruppo di pioppi (1370 m) un sentiero che per un tratto costeggia la vecchia 'via dei minatori', ormai impraticabile perché sommersa dalla vegetazione. Si giunge rapidamente alla fundàna e capëtónë (1470 m) in amena posizione ai piedi della fascia di bosco che copre le pendici della Serra Lunga. Il nome del fontanile, assente sulla cartografia IGM ma emendato sulla carta CAI, riflette un soprannome locale 'Capitone', ma può anche risalire ad un personale latino Capitonius, che è alla base del nome di Capitignano (Aq).

20. La zona ai piedi del bosco, compresa fra questo e la strada comunale, è chiamata lë césë. Tale nome riflette l'appellativo cesa, latino (silva) caesa 'tagliata'. Evidentemente, in passato il bosco doveva estendersi anche qui, ma venne gradualmente tagliato per mettere a pascolo nuovi terreni. Nel bosco, si snoda invece il sentiero n° 11 ed una sua variante, detta 'del lupo' perché transita nei pressi di un macigno con uno sgrottamento noto come la tana del lupo.

21. Il piazzale della seggiovia della Brecciara, termine della strada comunale, è stato edificato nei pressi della sorgente di càpë ritórtë, oggi munita di fontanile (1420 m), dal cui nome dipende la designazione ufficiale della strada. In effetti, la voce capo qui ha proprio il senso di 'inizio, sorgente', riferita al rio che da essa scaturisce e che si chiama ritórtë. In effetti, la parte più a valle, ormai nella piana, è chiamata sìcchë ritórtë, forse perché un ramo morto, 'secco', del rio. Il nome riflette l'aggettivo latino tortus 'torto', con prefisso intensivo re-, che ben si applica a questo rio, che scende con numerose curve lungo il piano sotto Rocca di Cambio. Sulle carte IGM, il nome è stato reinterpretato come Rio Caporitorto.

22. Il vallone della Brecciara, che va dalla stazione di partenza a quella di arrivo della seggiovia detta, appunto, della Brecciara, pare chiamato dai locali a vrëcciàra, ma non è certo che questo nome sia originario e non, invece, dipendente dalla designazione IGM, poi ripresa a vari livelli ufficiali. In ogni caso, si tratta di un derivato, mediante il suffisso aggettivale -arius, di vreccia, esito romanzo di un latino volgare *briccia.

23. Lungo la vecchia mulattiera che collega la stazione di partenza con quella di arrivo della seggiovia (itinerario CAI n° 11A), si trovano i pórtëcë, che sono forse delle costruzioni rurali, ma delle quali nulla si sa dire. Proseguendo lungo l'itinerario, si percorre tutta la cresta sommitale, fino a ricongiungersi con il sentiero n° 11, che proviene dalla Fontana di Capitone, e da qui alla cima (1909 m).

24. L'altra direttrice usata per salire alle quote massime della Serra Lunga è ripresa oggi dal sentiero CAI n° 10, che parte dalla strada comunale Caporitorto, in corrispondenza di un bivio con una stradina, prima asfaltata poi mulattiera. La zona del bivio è la contrada a cóna, come indica pure la cartografia IGM la Cona. Evidentemente, doveva qui trovarsi una immagine votiva, una cona appunto, della quale oggi non si hanno tracce.

25. Si entra quindi nella lunga valle detta dai locali a cannavìna. Sulla carta IGM invece Canavine designa la valle, molto più a nord, che immette nella conca di Settacque. Il toponimo riflette l'appellativo cannavina, derivato da cànnava, riflesso di un latino regionale *canaba, variante di *canapa, latino classico cannabis 'canapa'. L'appellativo, con valore collettivo (suffisso -ina come abetina da abete), indica una località umida, eventualmente adatta alla coltivazione della canapa.

26. La designazione Iaccio riportata sulle carte IGM nella valle delle Cannavine dipende in realtà dalla presenza dello jàccë egli mëndùnë, forse ai margini del bosco a q. 1655. Si tratta di uno iaccio, ovvero di uno 'stazzo' riservato ai montoni, per tenerli lontano dalle pecore. Significativo è il fatto che, il versante poco sotto Forca Miccia, che guarda Campo Felice, è detto còsta egli'arétë, ovvero 'degli arieti', latino aries, -etis.

27. Poco a monte dello Iaccio dei Montoni, il sentiero raggiunge il valico di fórca mìccia (1720 m), sul quale ci si affaccia verso Campo Felice. Il toponimo è riportato come Forcamiccia sulla cartografia IGM (a partire dall'edizione del 1897) e, secondo gli autori della guida CAI, dipende dal fatto che la zona era frequentata da minatori per via delle miniere di bauxite a cielo aperto (cave) presenti fra Rocca di Cambio e Casamaina. Tale spiegazione appare poco plausibile: il toponimo va forse confrontato con altri come la micciùna di Filetto (Aq), e deriverà da un qualche fitonimo dialettale. Un'altra possibile spiegazione nasce dall'osservazione della cartografia storica. Sull'Atlante di Rizzi-Zannoni (a. 1783) il toponimo è riportato come Forca di Micoli e M. di Micoli, e quest'ultimo nome è pure sull'Atlante del Marzolla (a. 1853). Sembra dunque dipendere da una designazione Micoli che potrebbe essere il nome di un villaggio, del quale però nulla si sa.

28. Dal valico di Forca Miccia, si continua a salire, prima nel bosco poi allo scoperto, fino a raggiungere a q. 1900 l'inizio di una valle che si apre fra la mole del Cefalone ad ovest, e lo sperone della cavigliàra (1930 m) ad est. Quest'ultimo toponimo è riportato pure sulle carte IGM, come Cavigliara, ed è oscuro, pur potendosi confrontare con la serie dei derivati di cava, appellativo prelatino col valore di 'avvallamento, cavità'. La valle in questione, sfocia infine nella conca di Settacque.



A Rocca di Cambio appartiene anche un cospicuo settore della piana di Campo Felice e dei monti che la chiudono a sud. Per la toponomastica di quest'area si veda il capitolo di Lucoli (Casamaina), in quanto tutti i nomi sono stati registrati presso i locali di detto comune.

Inoltre, una buona parte dell'Altopiano delle Rocche ricade nei confini roccolani. I toponimi registrati per quest'area sono: mulìnë a pédë, mulìnë annëmésë e mulìnë a càpë, lungo il rio Ritorto; u rìë sandandónië che scorre verso il territorio di Rocca di Mezzo; u calbëracàscë, una collina svettante nella piana; lë pràtë i sàndë al confine con Rocca di Mezzo; la vàllë culiàna e lë piànë, sopra la strada statale verso Rocca di Mezzo; ostariòla e càmbë salìnë a valle della statale; la vì ju pòpëlë, lë pandàna, u pratìglië e sìcchë ritórtë verso il Pozzo Caldaro; j'abburatùrë, l'abbeveratoio dove cofluicono le acque del rio Ritorto; u cambrëjànë e i piànë i sàndë sotto il paese; a vàllë i zì carlùccë sotto la strada per Terranera.