Geo-storia amministrativa d'Italia: Samnium

Samnium (428K)

Municipia

Seguendo Plinio (N.H., III, 106) ho considerato i seguenti municipi: Histonium, Buca (per la quale ho discusso qui l'ubicazione alla foce del F. Sangro), Ortona, Anxanum, Cluviae (Carecini Supernates nella lista pliniana), Iuvanum (Carecini Infernates), Teate, Corfinium, Superaequum, Sulmo, Anxa, Antinum, Lucus (Angitiae), Marruvium, Alba (Fucens), Cliternia, Carseoli, Angulum, Pinna, Peltuinum, Aufinum, Bovianum Vetus, Bovianum Undecumanorum (per la quale ho scelto l'ubicazione a Pietrabbondante), Aufidena, Aesernia, Ficulea (non nel Sannio come la lista pliniana suggerisce ma nei pressi di Roma), Fagifulae, Saepinum, Terventum, Amiternum, Cures, Forum Decii, Forum Novum, Fidenae, Interamna (non in Sabina ma corrispondente all'altrimenti non menzionata Termoli), Nursia, Nomentum, Reate, Trebula Mutuesca, Trebula Suffenas, Tibur. Ho escluso il municipio dei Tarinates della lista pliniana che non è stato identificato, mentre ho aggiunto quello degli Aequiculi, il cui centro è generalmente ritenuto Nersae, ed Aveia dei Vestini, inspiegabilmente dimenticata da Plinio. In totale, la Regio IV comprendeva 43 città.

Confini

1. Il confine tra Teate Marrucinorum (Chieti) e Angulum è naturale (fiume Pescara) e ripreso dalla successive circoscrizioni diocesane. Tra Teate e Corfinium ho seguito S. Castiglione che considera il pagus di Interpromium appartenente a Corfinio, nonché il fatto che in epoca altomedievale il fiume Lavino segnava il confine orientale del vicus teatinus (bacino dell'Orta), che considero come la porzione di Corfinio ad est delle gole di Tramonti andata in epoca altomedievale a Chieti dopo la diruzione della civitas peligna. Tra Teate e Cluviae ho considerato il confine medievale tra Teti minor (il nucleo originario della diocesi teatina) e Teti maior (terre evidentemente un tempo appartenute ad altra diocesi), nella quale erano comprese le attuali Guardiagrele e Comino. Tra Teate e Ortona il confine è dato dal torrente Arielli, in quanto Teti maior comprendeva le attuali Orsogna, Arielli e Mucchia, ma non Poggio (di fronte a Orsogna a est dell'Arielli), Tollo, Pizzocorvaro (a nord della foce dell'Arielli). Teate si affacciava dunque sull'Adriatico tra la foce dell'Arielli e quella della Pescara.

2. Il confine tra Ortona (Ortona) e Teate è già stato descritto. Tra Ortona e Cluviae ho scelto come limite naturale l'alta valle del T. Moro e ho seguito questo displuvio come confine tra Ortona ed Anxanum, conscio del fatto che verso il mare il confine potrebbe essere stato piuttosto sul T. Feltrino. Ortona si affacciava dunque sull'Adriatico tra le foci del Moro (o del Feltrino) e quella dell'Arielli.

3. Il confine settentrionale di Anxanum (Lanciano) con Ortona è già stato descritto. Come confine con Cluviae ho scelto il T. Gogna dalla sua sorgente sotto il valico collinare di Crocetta allo sbocco nel F. Sangro. Questo fiume costituisce il confine naturale con Buca.

4. I confini di Cluviae (Laroma, Casoli) con Teate, Ortona ed Anxanum sono stati già descritti. Tra Cluviae e Buca-Pallanum il confine è naturalmente costituito dal F. Sangro. Tra Cluviae e Iuvanum ho considerato una linea trasversale tra Sangro e T. Aventino, all'incirca equidistante dai due centri, che doveva perciò transitare presso il M. S. Pancrazio di Roccascalegna, scendere al Rio Secco, risalire verso il M. Alto di Gessopalena se non verso la più alta Morgia, e scendere all'Aventino; alla sinistra di questo fiume, considerazioni sui dialetti e sui distretti naturali ancor oggi avvertiti dalla popolazione mi hanno spinto ad attribuire Civitella a Cluviae ma Lama (con il suo vallone fino a M. Amaro) a Iuvanum. La cresta spartiacque della Maiella costituiva la barriera naturale tra Cluviae e Corfinium.

5. I confini di Buca (Civita, Torino di Sangro) con Ortona, Anxanum e Cluviae sono stati già descritti. Il confine con Iuvanum era certamente naturale (F. Sangro) almeno fino alla stretta di Villa S. Maria, per poi passare sul lato destro del fiume, dove ho preso la dorsale di Monteferrante e M. Fischietto fino all'importante valico della Lupara. Per un breve tratto Buca doveva qui confinare con Terventum, ma poi incontrava il territorio di Histonium, col quale ho preso come confine naturale il T. Sinello, fino alla foce. Buca si affacciava dunque sull'Adriatico tra le foci del Sinello e del Sangro.

6. I confini di Iuvanum (Palazzo, Montenerodomo) con Cluviae e Buca-Pallanum sono stati già descritti. Come confine con Terventum non ho seguito il corso del F. Sangro, che solo in seguito alla diruzione di Iuvanum avrebbe segnato il confine tra le diocesi di Trivento e Chieti, bensì lo spartiacque tra Sangro e Trigno tra il M. S. Onofrio e il M. Campo e poi il V.ne del Confine a scendere sul Sangro. Alla sinistra di questo fiume, ho fissato come confine con Aufidena il M. dell'Ellera e poi la dorsale di M. Secine. Come confine con Sulmo ho preso dapprima il proseguimento di questa dorsale con Schinacavallo fino al valico della Forchetta e, da qui, la chiara linea naturale costituita dalla cresta della Maiella.

7. Il confine di Histonium (Vasto) con Buca è stato già descritto. Dalle sorgenti del Sinello, ho preso come confine con Terventum il confine medievale tra le diocesi di Chieti e Trivento, che correva sul C.le dell'Albero, il C.le Carunchina e il T. Monnola fino allo sbocco nel Trigno, lasciando a Histonium gli attuali centri di Roccaspinalveti, Fraine, Carunchio, Palmoli e Tufillo. Il confine con Interamnia era naturale, evidentemente costituito dal F. Trigno come successivamente per le circoscrizioni diocesane. Histonium si affacciava dunque sull'Adriatico tra le foci del Trigno e del Sinello.

8. Il confine di Interamnia (Termoli) con Histonium è già stato descritto. Come confine con Terventum alla destra del F. Sangro ho considerato il confine medievale tra le diocesi di Trivento e Termoli, costituito dapprima dal V.ne del Cerreto, che lascia ad Interamnia l'attuale Montemitro, e poi dalla dorsale spartiacque tra Trigno e Biferno, che lascia ad Interamnia gli attuali centri di Montemauro, Civitacampomarano e Castelbottaccio. Per il confine con Fagifulae ho preso o il tratturo, poi chiamato Celano-Foggia, o il vicino V.ne della Ferrara, in ogni caso fino al F. Biferno. Il confine con Larinum e la Regio II era chiaramente segnato dal corso del Biferno fino alla foce, come le successive circoscrizioni diocesane. Interamnia si affacciava dunque sull'Adriatico tra le foci del Biferno e del Trigno.

9. I confini di Terventum (Trivento) con Iuvanum, Buca, Histonium e Interamnia sono già stati descritti. Tra Terventum e Fagifulae ho esitato tra la continuazione del crinale spartiacque tra Trigno e Biferno, lasciando a Terventum l'odierno San Biase, e il tratturo Celano-Foggia escludendo San Biase. Come confine con Bovianum Vetus ho preso il confine naturale costituito dal V.ne di Chiaia fino al Ponte di Sprondasino sul fiume Trigno, poi sul versante sinistro di questo fiume ho risalito il T. Verrino fino al crinale di M. Campo e M. Capraro, lungo il quale ho considerato che corresse il confine tra Terventum e Aufidena.

10. I confini di Fagifulae (Faifoli, Montagano) con Interamnia e Terventum sono stati già descritti. Seguendo i suggerimenti di F. Bozza che considera il municipium di Fagifulae composto da tre pagi, ho preso come confine con Bovianum Vetus la continuazione del crinale spartiacque tra Trigno e Biferno che dalla Croce di Bagnoli piega verso sud fino alla sella di Torella, e da qui il Rio di Casalciprano (o la dorsale collinare alla sua sinistra orografica) fino allo sbocco del F.so Pisciarello. Tra Fagifulae e Bovianum ho preso dapprima il confine medievale tra le diocesi di Trivento e Boiano, continuando a seguire il Rio di Casalciprano fino allo sbocco nel Biferno e poi quest'ultimo fiume fino allo sbocco da destra del Rivolo; indi ho scelto di risalire questo torrente fino alla sorgente presso Campobasso. Come confine con Saepinum ho seguito il confine medievale tra le diocesi di Boiano e Benevento, sul crinale spartiacque tra Biferno e Fortore. Infine, il confine diocesano medievale tra Boiano e Larino sul T. Riomaio separa Fagifulae da Larinum.

11. Il confine di Saepinum (Terravecchia e Altilia, Sepino) con Fagifulae è stato appena descritto. Tra Saepinum e Larinum nella Regio II ho considerato il confine medievale tra le diocesi di Benevento e Larino che ricalcava il T. Cigno fino alla foce nel F. Fortore. Come confine col municipio dei Ligures Corneliani ho seguito il Fortore fino alla stretta di Gambatesa, da dove ho preso la dorsale che separa i centri odierni di Gambatesa e Tufara fino al nodo orografico del P.no della Battaglia. Il confine col municipio dei Ligures Baebiani è dapprima naturale (spartiacque tra Fortore e Tàmmaro), poi mi sono attenuto ai confini diocesani medievali tra Boiano e Benevento. Sepino confinava per un breve tratto con Telesia sullo spartiacque appenninico, ripreso dai confini diocesani. Come confine con Bovianum ho fissato lo spartiacque tra Biferno e Tàmmaro fino alla Sella di Vinchiaturo e a nord di questa fino a Campobasso.

12. I confini di Bovianum (Civita, Boiano) con Fagifulae e Saepinum sono stati già descritti. Tra Bovianum e Telesia, così come tra Bovianum e Allifae, nella Regio I, il confine è naturale, la cresta del Matese. Tra Bovianum e Aesernia ho considerato il confine diocesano tra Boiano e Isernia, che segue lo spartiacque tra i fiumi Biferno e Volturno fino alle pendici della Montagna di Frosolone. Anche tra Bovianum e Bovianum Vetus ho seguito il confine diocesano tra Boiano e Trivento, coincidento con lo spartiacque tra Biferno e Trigno, fino al Rio di Casalciprano.

13. I confini di Bovianum Vetus (Arco, Pietrabbondante) con Terventum, Fagifulae e Bovianum sono già stati descritti. Tra Bovianum Vetus e Aesernia ho seguito il confine medievale tra le diocesi di Trivento e Isernia, coincidente in gran parte con lo spartiacque tra i fiumi Trigno e Volturno. Tra Bovianum vetus e Aufidena ho preso lo spartiacque tra Trigno e Sangro fino al M. Capraro.

14. I confini di Aesernia (Isernia) con Bovianum Vetus e Bovianum sono stati già descritti. Tra Aesernia e Allifae il confine è quello tra le diocesi medievali di Isernia e Alife (che lascia dunque Gallo ad Aesernia). Anche per il confine con Venafrum ho seguito i limiti diocesani isernini, qui coincidenti con il Volturno, il suo affluente Vandra e poi lo spartiacque tra i due corsi d'acqua. Infine, anche il breve confine con Aufidena è dato dal confine fra la diocesi di Isernia e quella di Trivento.

15. I confini di Aufidena (Alfedena e Castel di Sangro) con Iuvanum, Terventum, Bovianum Vetus e Aesernia sono già stati descritti. Il confine con Venafrum e la Regio I è quello tra le antiche diocesi di Trivento e Venafro, ossia lo spartiacque tra i fiumi Sangro e Volturno, fino alla cresta del M. Meta. Per il confine con Atina ho seguito Th. Mommsen che pone l'alto Sangro a monte della gola di Barrea nella Regio I. Tra Aufidena e Sulmo ho considerato come confine lo spartiacque tra Sangro e Aterno-Pescara, attribuendo ad Aufidena tutti gli altopiani endoreici.

16. I confini di Sulmo (Sulmona) con Iuvanum e Aufidena sono già stati descritti. Tra Sulmo e Atina, tenendo conto delle indicazioni di Th. Mommsen, ho preso come confine il corso del F. Sangro fino al Mulino di Opi e poi lo spartiacque tra i fiumi Aterno e Sangro, che ho pure seguito come confine con Anxa, tenuto conto dei confini diocesani tra Sulmona e Marsi. Il confine con Marruvium segue ancora il confine diocesano, ora spartiacque tra Aterno e Fùcino, fino al valico di Forca Caruso. Tra Sulmo e Superaequum ho preso il crinale tra gli odierni Cocullo e Goriano, mentre come confine con Corfinium ho preso dapprima il corso del F. Sagittario, o la dorsale alla sua sinistra, fino alla confluenza del F. Gizio, poi una linea più o meno intermedia tra le due città ricalcata dagli odierni confini comunali tra Sulmona e Pràtola, ed infine la cresta del Morrone fino al valico di S. Leonardo e poi fino a M. Amaro.

17. I confini di Corfinium (Corfinio) con Teate, Cluviae e Sulmo sono stati già descritti. Tra Corfinium e Superaequum ho preso il confine naturale delle gole di S. Venanzio e la dorsale spartiacque alla sinistra dell'Aterno, che continua come confine tra Corfinium e Peltuinum. Come confine con Aufinum ho preso dapprima lo spartiacque tra l'Aterno e il suo affluente Tirino, poi per un breve tratto in corrispondenza delle gole di Tramonti l'Aterno stesso, ed infine la catena spartiacque alla sinistra delle gole, fino al valico di Forca di Penne. Tra Corfinium e Pinna ho seguito il T. Cigno dalla sua sorgente sotto Forca di Penne fino a sotto Nocciano, lasciando a Corfinio il distretto che in epoca medievale era noto come vicus Pinnensis. Infine, come confine con Angulum ho seguito il Cigno fino allo sbocco nella Pescara.

18. I confini di Angulum (sparso) con Teate e Corfinium sono stati già descritti. Tra Angulum e Pinna ho scelto come confine dapprima una linea irregolare che lascia ad Angulum le terre che nel Medioevo furono in qualche modo rivendicate da Chieti, cioè le odierne Rosciano, Cepagatti, Pianella e Moscufo, poi il F. Tavo a scendere e il F. Fino a salire. Tra Angulum e Hatria nella Regio V ho preso l'attuale confine provinciale e poi il T. Piomba a scendere fino alla foce, lasciando ad Angulum le terre di Montesilvano, Cappelle, Città S. Angelo ed Elice. Dunque Angulum si affacciava sull'Adriatico tra le foci dei fiumi Pescara e Piomba.

19. I confini di Pinna (Penne) con Angulum e Corfinium sono stati già descritti. Tra Pinna ed Aufinum il confine è naturale, la cresta spartiacque da Forca di Penne al M. Camicia. Come confine con la Regio V e Beregra ho preso il corso del F. Fino fino all'incirca all'ansa di Bisenti. Il confine con Hatria è costituito ancora dal Fino fino ai limiti del municipium di Angulum.

20. I confini di Aufinum (Capodacqua, Capestrano) con Pinna e Corfinium sono stati già descritti. Tra Aufinum e Peltuinum ho preso il limite del distretto medievale di Trite, lasciando ad Aufinum le odierne S. Stefano, Carapelle, Castelvecchio e Capestrano. Tra Aufinum e Beregra nella Regio V il confine è naturale, la cresta del Gran Sasso.

21. I confini di Peltuinum (Ansidonia, Prata d'Ansidonia) con Aufinum e Corfinium sono già stati descritti. Come confine con Superaequum ho preso la dorsale spartiacque tra il F. Aterno e l'altopiano di Navelli, fino all'insellatura sopra Fontecchio e Tione, lasciando la prima località a Peltuinum e da qui al fondovalle dell'Aterno. Come confine con Aveia ho seguito l'analisi di C. Letta ed ho preso il corso dell'Aterno fino all'attuale Aquila. Tra Peltuinum e Amiternum il confine è dato da quello medievale tra le diocesi di Forcona e Amiterno, con la valle del Raiale fino al valico delle Capannelle attribuito a Peltuinum, e poi la cresta del Gran Sasso fino alla testata della Valle Chiarino. Tra Peltuinum e Beregra nella Regio V il confine naturale è naturale (cresta del Gran Sasso).

22. I confini di Superaequum (Castelvecchio Subequo) con Peltuinum, Corfinium e Sulmo sono già stati descritti. Tra Superaequum e Marruvium il confine naturale è dato dalla cresta del M. Sirente, così come tra Superaequum ed Aveia dallo spartiacque tra Aterno e altopiano delle Rocche.

23. I confini di Aveia (Fossa) con Peltuinum e Superaequum sono stati già descritti. Tra Aveia e Alba Fucens ho considerato come confine il limite fra le diocesi medievali di Forcona e dei Marsi sullo spartiacque tra Fùcino e altopiano delle Rocche. Come confine con Amiternum ho preso ancora il limite diocesano tra Forcona e Amiternum, lungo il crinale che chiude il bacino di Campo Felice e poi separa la valle di Roio da quella di Lucoli, e poi per un breve tratto lungo il T. Raio e l'Aterno fin sotto la stretta dell'Aquila.

24. I confini di Amiternum (S. Vittorino, L'Aquila) con Peltuinum e Aveia sono stati già descritti. Il confine con il municipio degli Aequicoli e con Cliternia è dato dallo spartiacque tra Aterno e F. Salto fino a M. Vignola sopra la sella di Corno. Tra Amiternum e Reate ho preso il confine diocesano medievale, col crinale tra M. Vignola e le gole di Antrodoco e poi alla destra di queste il M. Giano. Come confine con Forum Decii ho considerato la dorsale che chiude l'altopiano di Cascina fino alla stretta di Marana, il crinale di Aielli che separa l'Aterno dal T. Mozzano fino al valico delle Capannelle, quindi lo spartiacque tra F. Vomano e F. Tronto. Infine, il confine con Interamnia e poi con Beregra nella Regio V è dato dalla cresta di M. Corvo fino alla testata della valle Chiarino.

25. Il confine di Forum Decii (Bacugno, Posta) con Amiternum è stato già descritto. Con Reate ho preso la stretta del F. Velino tra il M. Giano e il M. Terminillo e i rispettivi crinali spartiacque, nonché il crinale alla destra del T. Tascino fino al piano di Leonessa. Come confine con Interamna nella Regio VI e Nursia ho seguito la linea divisoria tra le diocesi medievali di Rieti e Spoleto, in parte coincidente con lo spartiacque tra i fiumi Velino e Tronto e il F. Nera. Il confine con la Regio V ed il supposto municipium di Pollentia è arbitrariamente fissato alla stretta del Tronto tra Capodacqua e Grisciano e ai rispettivi crinali spartiacque. Il crinale dei Monti della Laga segna il confine naturale con Asculum e poi con Interamnia.

26. Il confine di Nursia (Norcia) con Forum Decii è appena stato descritto. Come confine con Reate ho preso la linea irregolare che separa le diocesi medievali di Rieti e Spoleto, fino all'odierno Monteleone di Spoleto. Seguendo R. Cordella e N. Criniti, nonché S. Sisani, ho preso come confine con Interamna e poi Spoletium nella Regio VI non il corso del F. Nera ma lo spartiacque tra i fiumi Tissino e Corno fino alle loro confluenze nel F. Nera presso l'odierna Triponzo. Solo da qui, come confine con Spoletium e Trebiae ho seguito a ritroso il corso della stessa Nera. Il confine con Camerinum e poi con Pollentia nella Regio V è dato dalla dorsale dell'Appennino.

27. I confini di Reate (Rieti) con Nursia, Forum Decii ed Amiternum sono già stati descritti. Come confine con Cliternia ho preso lo spartiacque tra i fiumi Velino e Salto fino al Salto stesso presso Grotti e poi lo spartiacque tra Salto e Turano da sopra Grotti al M. Sole. Per confine tra Reate e Trebula Mutuesca ho considerato una linea trasversale che taglia il Turano tra le odierne Belmonte e Rocca Sinibalda e poi coincide con lo spartiacque tra Turano e T. Farfa, che pure costituisce il confine con Cures. Il confine tra Reate e Forum Novum è dato da quello medievale tra le diocesi di Rieti e Sabina che solo parzialmente ricalca lo spartiacque tra Turano e Farfa. Il confine con Interamna e la Regio VI è ancora quello interdiocesano tra Rieti e Narni.

28. Il confine di Forum Novum (Vescovìo, Torre in Sabina) con Reate sono stati già descritti. Come confine con Cures ho preso il T. Farfa dalla foce nel Tevere alla stretta di Salisano e il crinale spartiacque alla destra orografica di questo torrente fino alla dorsale dei M. Sabini. Il fiume Tevere segna il confine ovvio con la Regio VII ed i municipia di Lucus Feroniae, Falerii e Fescennium. Come confine con Ocriculum e Interamna nella Regio VI ho considerato il limite diocesano medievale tra Sabina e Narni, che lascia a quest'ultima l'odierna Configni.

29. I confini di Cures Sabinorum (Arci, Fara in Sabina) con Forum Novum e Reate sono già stati descritti. Tra Cures e Trebula Mutuesca ho preso una linea quasi equidistante che, partendo dalla dorsale dei M. Sabini presso il C.le S. Giuseppe, segue lo spartiacque tra alto e medio corso del T. Farfa per raggiungere il fondovalle presso la confluenza col T. Mola, da dove rimonta lo spartiacque col T. Farfa fino alla dorsale di M. Castellano. Come breve confine con Trebula Suffenas ho seguito lo spartiacque tra Farfa e T. Licenza, che continua per confine con Tibur come spartiacque tra il F.so Fiora ed il T. Licenza stesso. Seguendo Ch. Bruun, il corso del F.so Fiora segna il confine con Nomentum. Infine, lungo il Tevere Cures confina con Lucus Feroniae e la Regio VII.

30. Il confine di Nomentum (Mentana) con Cures è stato già descritto. Il limite storico della diocesi Sabina rispetto a quella tiburtina segna il confine con Tibur e poi con Ficulea. Tra Nomentum e Fidenae ho preso come confine quello tra le diocesi di Sabina e di Roma, che ricalca il F.so Ornello solo per l'ultima parte del suo corso. Infine il Tevere funge da confine naturale con Capena e Lucus Feroniae nella Regio VII.

31. Il confine di Fidenae (Villa Spada, Roma) con Nomentum è stato già descritto. Tra Fidenae e la Regio VII, con Capena e Veii, il confine è naturale (F. Tevere). Oltre il confine con Roma, per il confine con Ficulea ho preso la via Nomentana.

32. I confini di Ficulea (Casal Bianco, Guidonia-Montecelio) con Nomentum e Fidenae sono stati già descritti. Oltre il confine con Roma, ho preso l'Aniene come confine con Gabii e la Regio I. Tra Ficulea e Tibur ho scelto il corso del F.so dei Prati fino a M. Zappi.

33. I confini di Tibur (Tivoli) con Cures, Nomentum e Ficulea sono stati già descritti. Tra Tibur e la Regio I (Gabii e Praeneste) ho seguito i confini diocesani tra Tivoli e Palestrina. Come confine con Trebula Suffenas ho preso prima lo spartiacque tra i fiumi Sacco e Aniene, che continua come spartiacque tra vari affluenti dell'Aniene fino al M. Spinasanta, poi una linea trasversale che taglia le gole di Castelmadama, segue il crinale di C.le Cerrito Piano e taglia l'Aniene presso Vicovaro, indi a salire su una cresta secondaria fino allo spartiacque tra Aniene e Farfa.

34. I confini di Trebula Suffenas (S. Giovanni, Ciciliano) con Cures e Tibur sono già stati descritti. I confini con Praeneste ed Afilae nella Regio I seguono i limiti diocesani tra Tivoli e Palestrina, prima dell'istituzione della diocesi di Subiaco. Con Treba il confine è dato dal limite tra l'antica diocesi di Trevi e quella di Tivoli. Come confine con Carseoli non ho preso il confine tra le diocesi di Tivoli e Marsi ma, considerando che il territorio di Carseoli fosse stato suddiviso a metà fra queste due diocesi, ho preso una linea naturale all'incirca equidistante tra Tivoli e Oricola, che parte dallo spartiacque tra Turano e Aniene, scende all'Aniene tra le odierne Agosta e Subiaco, segue il fiume fino alla stretta di Roviano e risale sullo spartiacque tra Tevere e Turano fino al C.le Civitella. La prosecuzione di questo spartiacque, ora tra Farfa e Aniene funge da confine di Trebula con Trebula Mutuesca e Cures.

35. I confini di Trebula Mutuesca (S. Vittoria, Monteleone Sabino) con Reate, Cures e Trebula Suffenas sono stati già descritti. Rispetto a Carseoli ho preso come confine lo spartiacque tra Turano e Aniene, la crestina di M. Croce, M. S. Michele e da qui una linea che tagliando il Turano si attesta al M. Cervia. Con Cliternia ho seguito la dorsale dei M. Cervia e Navegna e poi lo spartiacque tra i fiumi Turano e Salto fino al M. Sole.

36. I confini di Cliternia (Capradosso, Petrella Salto) con Amiternum, Reate e Trebula Mutuesca sono stati già descritti. Il breve confine con Carseoli è dato dal F.so dell'Obito fino al C.le Rosso Bovo. Tra Cliternia ed il municipio degli Aequicoli ho seguito ?? prendendo la dorsale della Cimata fino al F. Salto e da qui, attraverso il C.le Vascone e la Serra, a tagliare in due i piani dell'Aquilente e di Petrella, per poi attestarsi al M. Tra le Serre e raggiungere lo spartiacque tra Salto ed Aterno.

37. Il confine del municipium degli Aequicoli o di Nersae (Nesce, Pescorocchiano) con Amiternum e Cliternia è stato già descritto. Con Carseoli ho seguito ?? prendendo dapprima lo spartiacque tra i fiumi Salto e Turano da M. Cervia a M. Partilebre e M. Piano, poi tagliando delle valli secondarie attraverso M. S. Angelo, ed infine lo spartiacque tra Turano ed Imele fino al valico di M. Bove. Il confine con Alba Fucens dapprima taglia l'alto corso del F. Imele tra M. Bove a M. Faito, come noto da un cippo ritrovato presso Scanzano, e da lì ho seguito una linea che taglia il F. Salto alla stretta di Marano e poi raggiunge, attraverso il M. Velino o i Monti della Duchessa, lo spartiacque tra Fucino e F. Aterno al Costone.

38. I confini di Carseoli (Civita, Carsoli) con Nersae, Cliternia, Trebula Mutuesca e Trebula Suffenas sono stati già descritti. Come confine con Treba nella Regio I ho preso lo spartiacque tra il Turano e l'Aniene culminante con M. Cotento. Tra Carseoli e Alba Fucens ho seguito lo spartiacque tra Turano (F.so Fioio) e Imele passando da M. Padiglione, fino a M. Bove.

39. I confini di Alba Fucens (Albe, Massa d'Albe) con Aveia, Nersae e Carseoli sono stati già descritti. Per confine con Antinum ho preso il limite tra le diocesi dei Marsi e di Sora, che taglia il F. Liri alla stretta di Capistrello. Il breve confine con Lucus Angitiae segue una linea tra il M. Salviano ed il Fucino. Dopo un tratto in cui il municipium di Alba si affaccia sul Fucino, per il confine con Marruvium ho seguito grosso modo G. Grossi fissandolo al T. Foce o piuttosto alla Serra di Celano, fino alla dorsale del M. Sirente.

40. I confini di Marruvium (S. Benedetto dei Marsi) con Sulmo, Superaequum e Alba Fucens sono stati già descritti. Dopo il tratto in cui il municipium di Marruvium si affaccia sul Fucino, fino all'odierna Venere, ho seguito G. Grossi nell'identificare il confine con Anxa nello spartiacque tra il F. Giovenco e la valle di Ortucchio.

41. I confini di Anxa (Arciprete, Ortucchio) con Sulmo e Marruvium sono stati già descritti. Tra Anxa e Lucus Angitiae il confine è naturale (spartiacque tra valle di Ortucchio e valle Marcolana o F.so di Rosa). Seguendo G. Grossi, ho attribuito ad Anxa l'Alto Sangro con l'odierna Pescasseroli e dunque il confine con Atina nella Regio I transita sullo spartiacque tra F. Sangro e F. Liri tra il V.co Valcallano e F.ca d'Acero e poi scende al Sangro presso la stretta di Opi, escludendo la località del mulino di Opi di cui un'epigrafe testimonia l'appartenenza al municipio di Atina.

42. I confini di Lucus Angitiae (Angizia, Luco dei Marsi) con Anxa ed Alba Fucens, separati dall'affaccio del municipium sul Fucino, sono stati già descritti. Il confine con Antinum e poi con Sora ed infine Atina nella Regio I è naturale (spartiacque tra Fucino e F. Liri) e ripreso dai confini diocesani tra Marsi e Sora.

43. I confini di Antinum (Civita d'Antino) con Lucus Angitiae e Alba Fucens sono già stati descritti. Il confine con Treba, Aletrium e Verulae nella Regio I segue ovviamente lo spartiacque tra il F. Liri ed il T. Amaseno, nonché limite tra la diocesi medievale di Sora con quelle di Trevi, Alatri e Veroli. Come confine con Sora ho seguito Ch. Bruun fissandolo tra P.zo Deta e Serralunga e lasciando fuori l'odierna Balsorano.