Geo-storia amministrativa d'Italia: Liguria

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Municipia

Seguendo Plino (N.H., III, 33), ho considerato le seguenti comunità: (11.) Album Intimilium, (10.) Album Ingaunum, (8.) Vada Sabatia, (2.) Genua, (1.) Tigullia o Segesta Tigulliorum (contro l'opinione più diffusa che vuole questa zona aggregata al municipio di Genua ma secondo quella di, ad es., M. Lopes Pegna), (3.) Libarna, (5.) Dertona, (4.) Iria, (19.) Vardacate, (18.) Industria, (15.) Pollentia, (17.) Carreum Potentia, (20.) Forum Fulvii Valentia, (12.) Augusta Bagiennorum, (7.) Alba Pompeia, (16.) Hasta, (6.) Aquae Statiellae, alle quali ho aggiunto, seguendo F. Gabotto: (9.) Coeba o la Vallis Tanari Superioris, nonché i due municipi alpini, talvolta erroneamente attribuiti alle Alpes Maritimae, di (13.) Pedo e (14.) Auriate o Forum Germanorum.

1. Il confine di Tigullia (Sestri Levante) con Luna nella Regio VII è descritto in questa pagina, mentre quelli con Forum Clodii e Veleia nella Regio VIII in questa pagina. Con Genua ho preso il confine occidentale del bacino del T. Lavagna fino al Monte ed al promontorio di Portofino. Tigullia si affacciava dunque sul Tirreno tra Anzo di Framura ed il promontorio di Portofino.

2. Il confine di Genua (Genova) con Tigullia è stato appena descritto. Con Libarna ho seguito il limite diocesano medievale tra Genova e Tortona, attestato sul crinale appenninico. Con Aquae Statiellae il confine è pure segnato dal crinale e dal limite diocesano tra Genova ed Acqui. Con Vada Sabatia ho preso il limite fra le diocesi medievali di Genova e Vado, sul T. Lerone. Genua si affacciava dunque sul Tirreno tra e la foce del Lerone.

3. Il confine di Libarna (pr. Serravalle Scrivia) con Veleia nella Regio VIII è descritto in questa pagina, mentre quello con Genua è stato già qui descritto. Per confine con Aquae Statiellae ho seguito il limite diocesano medievale tra Tortona ed Acqui come identificato da G. Decarlini, cioè lungo lo spartiacque tra i T. Piota e Stura fino ad Ovada, da dove ho preferito seguire il confine più naturale dell'Orba anzichè quello diocesano medievale spostato più ad ovest lungo la Bormida. Con Dertona ho preso come riferimento il ponte sulla Scrivia presso Cassano Spinola citato da E. Panero, con una linea che lo raggiunge ddopo aver risalito i T. Lemme e Riasco e seguita verso il crinale tra Scrivia e Curone. Con Iria ho seguito il limite naturale formato dallo spartiacque tra Scrivia e Curone fino al M. Chiappo.

4. I confini di Iria (Voghera) con Placentia e Veleia nella Regio VIII sono descritti in questa pagina, mentre quello con Libarna è stato appena descritto. Con Dertona ho preso come confine, seguendo M. Dolci, il corso del T. Curone fino alla foce nel Po. Con Laumellum e Ticinum nella Regio XI il confine è naturale (F. Po).

5. I confini di Dertona (Tortona) con Libarna ed Iria sono stati già descritti. Il confine con Laumellum nella Regio XI è naturale (F. Po). Con Forum Fulvii ho seguito il corso del Tanaro, limite diocesano medievale tra Tortona e Pavia, e poi della Bormida e dell'Orba, che per un tratto doveva fare anche da confine con Aquae Statiellae.

6. I confini di Aquae Statiellae (Acqui Terme) con Genua, Libarna e Dertona sono stati già descritti. Con Forum Fulvii ho preso una linea tra Orba e Bormida addossata per un tratto al T. Stanavazzo, già limite diocesano medievale tra Acqui e Tortona, e poi una linea tra Bormida e Belbo. Con Hasta ho seguito il corso del T. Belbo fino a Canelli, seguendo l'opinione di S.G. Bersani. Con Alba Pompeia ho seguito F. Gabotto prendendo grosso modo il limite diocesano medievale tra Acqui ed Alba lungo lo spartiacque tra Belbo e Bormida fino alla confluenza in questo del T. Uzzone, lo spartiacque tra Bormida di Spigno ed Uzzone, una linea che taglia la Bormida di Spigno tra Dego (secondo F. Filippi termine gromatico di confine) e Cairo fino allo spartiacque appenninico. Il confine con Vada Sabatia è naturale (crinale appenninico).

7. Il confine di Alba Pompeia (Alba) con Aquae Statiellae è stato già descritto. Con Vada Sabatia non ho seguito lo spartiacque appenninico, successivo limite diocesano tra Alba e Savona, bensì una linea che lascia a Vada l'alto valle della Bormida di Spigno a monte di Cairo e l'alta valle Bormida a monte della stretta di Millesimo e Cosseria (ritenuto toponimo di confine da M. Pozzar). Con Coeba ho seguito lo spartiacque tra Bormida e Tanaro fino alle sorgenti del T. Belbo e poi la linea collinare tra Clavesana e Murazzano, identificata da F. Gabotto quale limite meridionale delle iscrizioni relative alla tribù Camilia rispetto alla Publilia. Con Augusta Bagiennorum il confine è quello diocesano medievale tra Alba e Asti (Bredulo), cioè il F. Tanaro fino alla confluenza della Stura. Con Pollentia il confine è naturale (F. Tanaro). Con Hasta ho seguito F. Gabotto nel prendere una linea collinare che dal Tanaro raggiunge il T. Tinella e poi lo segue fino al Belbo.

8. I confini di Vada Sabatia (Vado Ligure) con Genua ed Alba Pompeia sono stati già descritti. Con Coeba ho seguito lo spartiacque tra Bormida e Tanaro. Con Album Ingaunum il confine è dato dal limite diocesano medievale tra Savona e Albenga, attestato dapprima sullo spartiacque appenninico e poi, dal M. Settepani, sul crinale tra il R. Porra ed il T. Maremola fino alla foce del primo. Vada Sabatia si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci dei T. Lerone e Porra.

9. I confini di Coeba (Ceva o sparso) con Alba Pompeia e Vada Sabatia sono stati già descritti. Con Album Ingaunum ho preso lo spartiacque appenninico fino al M. Sarcarello, ignorando i complicati limiti diocesani medievali. Con Album Intimilium il confine è pure dato dallo spartiacque alpino. Con Augusta Bagiennorum ho seguito lo spartiacque tra il Tanaro e il Casotto e poi tra il T. Mongia ed il Casotto, coincidente con il limite diocesano medievale tra Alba ed Asti (Bredulo), poi il corso del Corsaglia fino alla confluenza nel Tanaro ed il Tanaro stesso (il limite diocesano era in questo tratto più incerto).

10. I confini di Album Ingaunum (Albenga) con Vada Sabatia e Coeba sono stati già descritti. Con Album Intimilium ho preso il limite diocesano medievale tra Albenga e Ventimiglia, attestato sullo spartiacque tra i T. Armea e Carpasina e la Nerola, fino al Capo Verde. Album Ingaunum si affacciava dunque sul Tirreno fra la foce del T. Porra e quella dell'Armea o il Capo Verde.

11. I confini di Album Intimilium (Ventimiglia) con Album Ingaunum e Coeba sono stati già descritti. Con Augusta Bagiennorum e Pedo il confine è dato dal crinale alpino. Con Cemenelum nelle Alpes Maritimae il confine è dato dal crinale che, staccandosi dallo spartiacque alpino, separa i bacini della Roia e dei torrenti mentonaschi da quelli del Vesubio (Varo) e del Paglione, crinale che termina al Trofeo delle Alpi sopra Monaco. Album Intimilium si affacciava dunque sul Tirreno tra il Capo Verde ed il Trofeo delle Alpi.

12. I confini di Augusta Bagiennorum (Bene Vagienna) con Alba Pompeia, Coeba ed Album Intimilium sono stati già descritti. Come confine con Pedo ho seguito F. Gabotto nel prendere i limiti diocesani medievali tra Asti (Bredulo) e Asti (Pedona), e cioè il crinale tra il Colla ed il Vermenagna e poi il T. Gesso fino alla confluenza nella Stura. Con Pollentia il confine è naturale (F. Stura).

13. I confini di Pedo (Borgo S. Dalmazzo) con Augusta Bagiennorum ed Album Intimilium sono stati già descritti. Con Cemenelum nelle Alpes Maritimae e Rigomagus nelle Alpes Cottiae il confine è dato dallo spartiacque alpino. Con Auriate (?) ho seguito il crinale spartiacque tra le valli della Stura e della Grana e la Stura stessa per un breve tratto dopo il suo sbocco dalla montagna fino alla confluenza del T. Gesso.

14. I confini di Auriate (S. Lorenzo, Caraglio) con Pedo sono stati già descritti. Il crinale alpino segna il confine con Rigomagus ed Eburodunum nelle Alpes Cottiae. Con Caburrum nella Regio XI ho seguito F. Gabotto e ho preso la dorsale spartiacque tra la valle Varaita e la valle del Po, e poi tra la prima e la valletta della Bronda. Con Pollentia ho seguito i confini tracciati da F. Gabotto dagli autori di SI13, e cioè una linea tra le odierne Saluzzo e Savigliano, il T. Mellea fino a S. Benigno e poi una linea di demarcazione dei cardini che va da qui a Cuneo.

15. I confini di Pollentia (Pollenzo, Bra) con Alba Pompeia, Augusta Bagiennorum ed Auriate sono stati già descritti. Con Caburrum nella Regio XI ho seguito dapprima il corso del T. Bronda fino alla confluenza nel Po, e poi il Po stesso. Con Carreum il confine è generalmente (F. Gabotto e SI19) identificato sulla base delle centuriazioni nel R. Stellone, il quale mi sembra però troppo vicino a Carreum; ragion per cui ho preso una linea più meridionale che congiunge il Po al T. Rioverde lungo l'odierna viabilità all'altezza di Carmagnola e Pralormo. Con Hasta ho ripreso il confine identificato da F. Gabotto e dagli autori di SI19, lungo il T. Rioverde fino al T. Borbore e da questo al Tanaro.

16. I confini di Hasta (Asti) con Aquae Statiellae, Alba Pompeia e Pollentia sono stati già descritti. Con Carreum ho seguito in assenza di informazioni più precise il limite diocesano medievale tra Asti e Torino (S.G. Bersani), quantunque troppo irregolare per essere verosimile. I confini con Industria e Vardacate ricalcano quello diocesano medievale tra Asti e Vercelli. Con Forum Fulvii ho seguito una linea più arretrata rispetto al limite diocesano con Pavia, attestata sul margine della collina e la V. del Rio fino al Tanaro e oltre fino al Belbo.

17. I confini di Carreum Potentia (Chieri) con Pollentia ed Hasta sono stati già descritti. Con Industria ho seguito gli autori di SI12 nel prendere il crinale delle colline tra Po e Banna fino alla collina di Superga. Il confine con Augusta Taurinorum e Caburrum nella Regio XI è naturale (F. Po).

18. I confini di Industria (Monteu da Po) con Carreum ed Hasta sono stati già descritti. Con Vardacate ho preso una linea lungo il R. Colobrio dalla stretta di Moncalvo allo sbocco nella Stura e poi attraverso le colline culminanti col M. Sion fino al Po. Il fiume Po stesso constituisce il confine naturale con Vercellae, Eporedia ed Augusta Taurinorum nella Regio XI.

19. I confini di Vardacate (Casale Monferrato) con Industria ed Hasta sono stati già descritti. Con Forum Fulvii ho seguito grosso modo i limiti delle diocesi medievali di Vercelli e Pavia da un lato con Asti e Tortona dall'altro, e cioè dapprima il corso del T. Grana, poi il crinale alla sua destra ed infine il R. Anda fino allo sbocco nel Po. Il confine con Laumellum nella Regio XI è naturale (F. Po).

20. I confini di Forum Fulvii Valentia (Villa del Foro, Alessandria) con Dertona, Aquae Statiellae, Hasta e Vardacate sono stati già descritti. Con Laumellum e Vercellae nella Regio XI ho seguito il corso del F. Po.

Riferimenti

  • M. Lopes Pegna, Il Tigullio nella storia e nella leggenda, Firenze, 1964. (Google libri)
  • G. Decarlini, La Diocesi di Tortona, in: Guida di Tortona e del Tortonese. (Web)
  • E. Panero: La città romana in Piemonte, Torino, 2000. (Google libri)
  • M. Dolci, Iria e la centuriazione del suo territorio, in: Urbanizzazione delle campagne nell'Italia antica, Roma, 2001. (Google libri)
  • S.G. Bersani, Alla periferia dell'impero: autonomie cittadine nel Piemonte sud-orientale romano, Torino, 1994. (Google libri)
  • F. Filippi, Alba Pompeia: archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità, Alba, 1997. (Google libri)
  • M. Pozzar: Insediamenti e territorio: viabilità in Liguria tra I e VII secolo d.C., Bordighera, 2000. (Google libri)
  • F. Gabotto: I municipi Romani della Italia occidentale alla morte di Teodosio il Grande, Pinerolo, 1907. (Google libri)
  • Supplementa Italica, vol. 12 (SI12), Roma, 1994. (Google libri)
  • Supplementa Italica, vol. 13 (SI13), Roma, 1996. (Google libri)
  • Supplementa Italica, vol. 19 (SI19), Roma, 2002. (Google libri)