Geo-storia amministrativa d'Italia: Apulia et Calabria

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Municipia

Seguendo Plino (N.H., III, 99) ho considerato le seguenti comunità: (25.) Tarentum, (15.) Brundisium, (24.) Uria, (22.) Aletium e Callipolis, (19.) Basta, (18.) Hydruntum, (17.) Lupiae, (16.) Valesium, (14.) Caelia, (17.) Rudiae, (12.) Egnatia, (3.) Barium, (11.) Dirium, (26.) Genusia, (27.) Mateola, (1.) Rubi, (5.) Sylvium, (8.) Azetium, (2.) Butuntum, (4.) Grumum, (9.) Norba, (13.) Stulni, (6.) Turi (da identificare con l'insediamento di M. Sannace secondo A.V. Sirago ed altri), (23.) Neretum, (20.) Veretum. A queste ho aggiunto (10.) il territorio di Neapolis, città distrutta ai tempi augustei, che secondo M. Silvestrini restò non aggregato, mentre quelli di Manduria, Soletum, ecc. furono secondo gli specialisti attribuiti a comunità limitrofe, (7.) la seconda Caelia (Ceglie del Campo), (21.) Uzentum. Restano nella lista pliniana delle comunità sconosciute: Apamestini (talvolta localizzata presso Polignano), Argentini, Deciani, Palionenses (tradizionalmente identificata con Palo del Colle) fra i Calabri e i Salentini; Strabellini, Turmentini, Ulurtini, Neretini (se non è una ripetizione), Matini forse tra i Peucezi.

Confini

1. I confini di Rubi (Ruvo di Puglia) con Turenum sono descritti in questa pagina. I confini con Silvium coincidono con quelli tra le dicoesi medievali di Ruvo e Gravina. Anche con Butuntum ho preso dei limiti diocesani, coincidenti con gli attuali confini comunali orientali di Ruvo, Terlizzi e Molfetta rispetto a Bitonto e Giovinazzo. Rubi si affaccia dunque sull'Adriatico tra la Lama di S. Croce e la Torre Gavetone.

2. I confini di Butuntum (Bitonto) con Rubi sono stati appena descritti. Per quelli con Silvium, Grumum e Barium ho seguito i confini della diocesi medievale di Bitonto, cioè l'attuale territorio comunale più la frazione costiera di S. Spirito aggregata a Bari solo nel XIX sec., ai quali ho aggregato il territorio di Giovinazzo. Butuntum si affacciava dunque sull'Adriatico tra la Torre Gavetone e Palese.

3. I confini di Barium (Bari) con Butuntum sono stati appena descritti. Con Grumum ho preso una linea convenzionale tra Modugno e Bitetto fino alla lama ad est di quest'ultimo paese. Con Caelia ho seguito la lama suddetta e poi una linea virtuale intermedia tra i due centri fino alla Cala S. Giorgio, lasciando a Caelia uno sbocco al mare come proposto da M. Silvestrini. Il municipium di Barium si afacciava dunque sull'Adriatico tra Palese e la foce della Lama S. Giorgio.

4. I confini di Grumum (presso Grumo Appula) con Barium e Butuntum sono stati già descritti. Con Silvium ho preso il margine della Murgia, corrispondente agli odierni confini comunali di Toritto e Grumo con Altamura. Con Turi (M. Sannace) ho preso gli odierni confini comunali di Cassano. Con Caelia ho seguito il corso di due lame, passando dall'una all'altra mediante una linea che attraversa l'odierna Sannicandro.

5. I confini di Silvium (Botromagno, Gravina in Puglia) con Grumum, Butuntum e Rubi sono stati già descritti, mentre quelli con Venusia e Bantia sono descritti in questa pagina. Con Aceruntia nella Regio III ho seguito il corso del F. Bradano. Per il confine con Mateola, sempre nella Regio III, ho seguito i limiti comunali odierni di Irsina, Gravina ed Altamura. Analogamente, con Turi (M. Sannace), non ho potuto che prendere i confini comunali odierni di Altamura con Santeramo e Cassano.

6. I confini di Turi (M. Sannace, Gioia del Colle) con Silvium e Grumum sono stati già descritti. Con Caelia ho preso una linea arbitraria in modo da attraversare l'attuale abitato di Casamassima. Con Azetium e Norba ho preso arbitrariamente il tracciato della statale 172, supponendo che ricalchi un antico asse viario. Con Dirium ed Egnatia ho dapprima seguito ancora questo ipotetico asse viario fino all'incirca all'odierna Putignano, poi ho rimontato il crinale delle Murge Tarantine. Con Tarentum ho preso il limite diocesano medievale di quest'ultima città, coincidente con i confini provinciali attuali. Con Genusia e Mateola ho pure seguito i confini diocesani, comunali e provinciali, lasciando a Turi gli interi territori di Gioia e Santeramo.

7. I confini di Caelia (Ceglie del Campo, Bari) con Barium, Grumum e Turi sono stati già descritti. Con Azetium ho seguito all'incirca gli attuali confini occidentali di Rutigliano e Noicattaro, salvo deviare per raggiungere la Lama Giotta e seguirla fino alla foce, lasciando lo scalo di Torre a Mare come sbocco portuale di Caelia. Caelia si affacciava dunque sull'Adriatico tra le foci della Lama S. Giorgio e della Lama Giotta.

8. I confini di Azetium (Torre Castiello, Rutigliano) con Caelia e Turi sono stati già descritti. Con Norba ho preso una linea intermedia tra Rutigliano e Conversano, che taglia dunque a metà il territorio di Mola. Azetium si affacciava dunque sull'Adriatico tra la foce della Lama Giotta e Mola.

9. I confini di Norba (Conversano) con Azetium e Turi sono stati già descritti. Con Dirium e la proprietà imperiale già di Neapolis ho preso la strada Putignano-Castellana e poi gli attuali confini di Polignano. Norba si affaccia dunque sull'Adriatico tra Mola e la Cala Arena.

10. I confini del territorio imperiale già di Neapolis con Norba sono stati già descritti. Anche con Dirium ho preso gli attuali confini comunali di Polignano, diocesi autonoma nel medioevo. Questo territorio si affacciava dunque sull'Adriatico tra Cala Arena e la foce della Lama Incine.

11. I confini di Dirium (Torre dell'Orta, Monopoli) con la proprietà imperiale già di Neapolis, Norba e Turi sono stati già descritti. Con Egnatia ho seguito una linea che scende lungo le Serre fino a M. S. Nicola e poi la Lama Don Angelo. Dirium si affaccia dunque sull'Adriatico tra le foci della Lama Incine e della Lama Don Angelo.

12. I confini di Egnatia (Agnazzo, Fasano) con Dirium e Turi sono stati già descritti. Con Tarentum ho seguito M. Silvestrini nel prendere un confine che taglia il territorio di Martina Franca, lasciando ad Egnatia le località indigene di Paretone e Badessa Vecchia. Con Caelia ho seguito il limite diocesano medievale tra Ostuni e Oria. Con Stulni ho preso una linea intermedia ricalcante grosso modo i confini comunali odierni di Fasano e Cisternino con Ostuni. Egnatia si affaccia dunque sull'Adriatico tra la foce della Lama Don Angelo e quella della Lama Difesa di Malta.

13. Il confine di Stulni (Ostuni) con Egnatia è stato appena descritto. Con Caelia ho seguito i confini comunali odierni tra Ostuni e Ceglie. Con Brundisium ho preso il confine naturale del Canale Reale. Stulni si affaccia dunque sull'Adriatico tra la Lama Difesa di Malta ed il Canale Reale.

14. I confini di Caelia (Ceglie Messapico) con Egnatia e Stulni sono stati già descritti. Con Brundisium ed Uria ho preso il confine naturale del Canale Reale. Con Tarentum ho seguito i limiti diocesani medievali tra Oria e Taranto.

15. I confini di Brundisium (Brindisi) con Stulni e Caelia sono stati già descritti. Con Uria ho preso il limite diocesano medievale tra Brindisi ed Oria, ossia una linea che da Latiano sul Canale Reale porta al Limitone dei Greci. Come confine con Valesium ho seguito il Limitone dei Greci e poi il Can. Siedi fino al mare. Brundisium si affaccia dunque sull'Adriatico tra le foci del Canale Reale e del Can. Siedi.

16. I confini di Valesium (Valesio, Torchiarolo) con Brundisium sono stati appena descritti. Con Uria ho seguito i confini tra le diocesi medievali di Brindisi ed Oria sulla Murgia. Con Neretum e Lupiae ho preso come confine drapprima un antico asse viario che attraversava gli odierni centri di S. Pancrazio, Guagnano e Campi, ricalcato dall'attuale statale 7 ter, e poi un suo prolungamento verso il mare. Valesium si affacciava dunque sull'Adriatico tra la foce del Can. Siedi e la Torre Rinalda.

17. I confini di Lupiae (Lecce) e Rudiae (Rusce, Lecce), indistinguibili, con Valesium sono stati appena descritti. Con Neretum ho preso il limite diocesano medievale di Lecce con Brindisi e Nardò. Anche con Hydruntum ho seguito i limiti diocesani, appoggiandomi a M. Silvestrini, i quali da ultimo tagliavano in due l'attuale comune di Melendugno, lasciando Borgagne ad Otranto. Lupiae si affacciava dunque sull'Adriatico tra la Torre Rinalda e la Torre dell'Orso.

18. I confini di Hydruntum (Otranto) con Lupiae sono stati appena descritti. Con Neretum ed Aletium ho preso i limiti diocesani medievali tra Otranto e Nardò, supponendo con M. Silvestrini che Hydruntum avesse inglobato il territorio di Soletum distrutto. Con Ugentum e Basta ho seguito gli irregolari limiti meridionali della diocesi di Otranto rispetto ad Ugento e Castro. Hydruntum si affacciava dunque sull'Adriatico tra la Torre dell'Orso ed il Porto Badisco.

19. I confini di Basta (Vaste, Poggiardo) con Hydruntum sono stati appena descritti. Con Ugentum e Veretum ho seguito i limiti della diocesi di Castro rispetto a quelle di Ugento ed Alessano. Basta si affacciava dunque sull'Adriatico tra il Porto Badisco e la Serra del Mito.

20. I confini di Veretum (Vereto, Castrignano del Capo) con Basta sono stati appena descritti. Con Ugentum non ho seguito i limiti diocesani tra Alessano ed Ugento ma una linea più occidentale che taglia a metà gli attuali comuni di Presicce e Salve. Veretum si affacciava dunque sull'Adriatico e sullo Ionio tra la Serra del Mito e la foce del Can.le Fano.

21. I confini di Uzentum (Ugento) con Hydruntum, Basta e Veretum sono stati già descritti. Con Aletium ho seguito i limiti diocesani medievali tra Ugento e Nardò/Gallipoli. Uzentum si affacciava dunque sullo Ionio tra il Can.le Fano ed il promontorio dei Pazzi.

22. I confini di Aletium (Alezio) e Callipolis (Gallipoli), indistinguibili, con Uzentum ed Hydruntum sono stati già descritti. Con Neretum ho preso una linea intermedia, che lascia l'attuale territorio di Galatone a Neretum, quelli di Seclì, Aradeo e Sannicola a Callipolis. Il territorio di Aletium e Callipolis si affacciava dunque sullo Ionio tra il prom. dei Pazzi e la T.re d'Alto Lido.

23. I confini di Neretum (Nardò) con Aletium, Hydruntum, Lupiae e Valesium sono stati già descritti. Con Uria ho preso i limiti diocesani medievali di Nardò e Brindisi con Oria, coincidenti con gli attuali confini provinciali. Neretum si affacciava dunque sullo Ionio tra la T.re d'Alto Lido e la Torre Colimena.

24. I confini di Uria (Oria) con Neretum, Valesium, Brundisium e Caelia sono stati già descritti. Con Tarentum ho preso i limiti diocesani medievali tra Oria e Taranto (con l'attuale Maruggio diocesi esente assegnato ad Oria), attribuendo ad Uria il distretto di Manduria, distrutta nel III sec. a.C. Uria si affacciava dunque sullo Ionio tra la Torre Colimena e la Torre dell'Ovo.

25. I confini di Tarentum (Taranto) con Uria, Caelia, Egnatia e Turi sono stati già descritti. Con Genusia ho seguito dapprima la Gravina di Montecamplo fino alla confluenza nel F. Lato e poi quest'ultimo fino alla foce, seguendo quanto riportato da M. Silvestrini. Tarentum si affacciava dunque sullo Ionio tra la Torre dell'Ovo e la foce del Lato.

26. I confini di Genusia (S. Vito Vecchio, Ginosa) con Tarentum e Turi sono stati già descritti. Con Mateola ho seguito i confini comunali attuali, attribuendo Laterza e Montescaglioso a Genusia. Il confine con Metapontum nella Regio III è naturale (alveo antico del F. Bradano). Genusia si affacciava dunque sullo Ionio tra le foci del Lato e del Bradano.

27. I confini di Mateola (Matera) con Genusia, Turi e Silvium sono stati già descritti. Con Aceruntia ed Acidios nella Regio III ho preso i limiti diocesani medievali di Matera con Acerenza e Tricarico, che lasciano a Mateola il territorio di Grottole. Con Metapontum, sempre nella Regio III, ho preso dapprima il corso del F. Basento e poi una linea tra questo ed il Bradano che corre lungo gli attuali confini comunali tra Miglionico e Pomarico.

Riferimenti

  • M. Silvestrini, Le città della Puglia romana: un profilo sociale, Bari, 2005. (Google libri)
  • V.A. Sirago, Il confine apulo-lucano al tempo di Augusto, in: Studi storici della Basilicata, vol. 2, Bari, 1987, pp. 7-19. (Academia.edu)