Carapelle Calvisio ë

Appunti sul paese

Carapelle è raggiungibile sia dalla statale n° 17 (bivio di Castelnuovo) che dalla statale n° 153 (bivio per Carapelle-Castelvecchio). Si trova su un sottile crinale alla testata di una delle tante vallette che in basso confluiscono nel vasto bacino del fiume Tirino, affluente della Pescara.

L'attuale borgo di Carapelle ha origine dall'incastellamento di una popolazione sparsa che gravitava sulla parrocchiale di San Vittorino (anteriore al sec. XII), e perciò il castello inizialmente veniva chiamato "castello di San Vittorino", mentre il nome "Carapelle" deve originariamente riferirsi all'importante pozzo sotto il paese, ora in comune di Castelvecchio. Dette il nome alla Baronia di Carapelle, un feudo che comprendeva le cinque terre di Carapelle, Castelvecchio, Santo Stefano, Calascio e Rocca Calascio.

La chiesa di San Vittorino, in rovina, fu sostitutita nel sec. XVI dall'attuale parrocchiale, Santa Maria, dentro il paese. San Cristoforo è diruta nel vallone che scende verso la piana di Ofena, mentre della cappella di San Cataldo si è persa traccia. Di San Leonardo è rimasta invece memoria nella sella che mette in comunicazione Carapelle con San Pio, ora valico stradale. La chiesa di San Pancrazio, molto distante dal paese, risale invece al sec. XVIII, ma vi doveva preesistere una chiesa almeno trecentesca.

Appunti sul territorio

Il territorio comunale di Carapelle resta compreso fra Castelvecchio, Navelli, Caporciano e San Pio, ed è prevalentemente montuoso, e rivolto verso il bacino del fiume Tirino. Comprende anche un'enclave sull'altopiano di Campo Imperatore.

A monte del paese si elevano i crinali, quasi paralleli, della sèrra (1223 m) e del móndë gëndìlë (1257 m), con l'appendice di còllë mëzzànë (1166 m). In mezzo, la vallata di pumbëtèlla. A valle del paese, sono diverse le vallette che si riuniscono per confluire nella piana del Tirino in località Santa Pelagia.

Notevoli sono le chiese rurali di San Vincenzo, San Pancrazio e San Vittorino, ma per il resto la montagna di Carapelle non offre emergenze di rilievo.

La sentieristica attuale (segnavia bianco-rossi) comprende l'itinerario n° 42, San Pio-Carapelle-Castelvecchio-Santo Stefano.

La toponomastica

La montagna della Serra
1. I compatti bastioni della montagna di Carapelle sono aggirati da due strade che portano verso San Pio, sul versante opposto. Delle due, l'unica interamente carrozzabile è quella che svalica a sandëlënàrdë, mentre l'altra si arresta ai confini con il lembo di territorio appartenente al comune di Caporciano.

2. La strada asfaltata risale con diversi tornanti il costone immediatamente a monte del paese, detto dei rivórë, immettendosi (1011 m) nella strada San Pio-Castelvecchio. Il nome del costone, sul quale transitava una vecchia mulattiera, dipende dall'appellativo rivo, perché la zona è solcata da alcuni valloncelli.

3. Proseguendo verso ovest, la strada attraversa a mezza costa le pendici di móndë mattónë di Castelvecchio, nella zona detta la mbianàta per la debole pendenza. Si giunge così alla conca della vàllë ru prétë (come è chiamata a Castelvecchio) ed al passo di sandëlënàrdë, per poi discendere verso San Pio. Il nome del valico ricorda la chiesa rurale di San Leonardo, diruta, ed è possibile che anche il toponimo 'valle del prete' abbia a che fare con la proprietà ecclesiastica della zona.

4. A sud della strada si innalzano due crinali paralleli. Quello più occidentale è l'allineamento di móndë gëndìlë, che segna il confine con San Pio e dal quale si stacca, verso sudest il cocuzzolo di còllë mëzzànë (1166 m). Il toponimo è riportato sulla cartografia IGM come C.le Mezzano, e significa 'colle che sta in mezzo', a due vallette in passato messe a coltura.

5. Il crinale interamente ricompreso nel territorio di Carapelle è la sèrra (1223 m), il cui versante settentrionale, per lo più boscoso, guarda l'abitato. Il nome della montagna, che è stato adattato come M. la Serra sulla cartgorafia IGM, è l'appellativo serra 'crinale allungato', che in origine è un traslato geomorfico dal latino serra 'sega', con allusione alla cresta dentellata.

6. Verso sudest il crinale della Serra si assottiglia nella svelta crestina chiamata a San Pio degli strippàrë (1122 m). Si tratta di una pianetta incolta, come conferma il toponimo che dipende dall'appellativo metatetico streppi 'sterpi', mediante una formante collettiva -aro.

7. L'altra strada che aggira la montagna della Serra è diretta alla Madonna dei Cintorelli ed ha inizio dal paese. Dopo meno di 1 km trova un bivio (857 m). Continuando a destra verso sud, si attraversa la località finigliùccë, il cui nome riprenderà un soprannome locale.

8. Dopo il bivio, la carrozzabile passa sotto le boscose pendici del crinale degli Sterpari, che vengono chiamate ru piàjë. Questo nome è un maschile (metaplasmo) dell'appellativo piaja 'pendio', generalmente applicato a pendii esposti a nord, come in questo caso. L'adattamento che si trova sulle carte IGM, Piave, non ha alcun significato.

9. Fra il crinale degli Sterpari ed il Colle Mezzano, si apre la valle della sprënésca. Riportato come Spernesca sulla cartografia IGM, il toponimo è in effetti un derivato del fitonimo sperno (anche spergio), nome locale dell'asparagio, mediante il suffisso di ascendenza germanica -esco.

10. Verso monte, la valle della Spernesca si apre nel piccolo imbuto della pumbëtélla, una conchetta raggiunta da diversi sentierini. Il nome è presente come Pompetella sulla cartografia IGM, ed è di origine oscura. Forse si potrebbe farlo risalire a pomba, un nome dialettale del 'papavero', attraverso il suffisso collettivo -eto, poi diminuito in -ello. E' comunque un nome che non presenta molti riscontri nella toponomastica dell'Appennino Centrale. La sommità del crinale degli Sterpari è nota a Carapelle come ngìmë pumbëtélla.

11. Ancora più a monte, la Pompetella, incuneandosi fra Monte Gentile e la Serra, si restringe nella selletta di càpë màndra (1000 m ca.), sotto la quale le carte IGM segnalano dei recinti. Il toponimo riflette infatti l'appellativo mandra che designa un 'recinto per gli animali'.

12. Sotto la foce della valle della Spernesca si trova la località volóbbrë. Questo nome è piuttosto usato nella toponomastica dell'Appennino Centrale per designare pozzi, sprofondi, ed ha tutte le caratteristiche (base e suffisso) di una notevole antichità.

13. Dopo il Volobro, la carrozzabile per Santa Maria dei Cintorelli compie una ampia curva per aggirare il crinale (1014 m) con cui si spegne il Colle Mezzano, andando a toccare il piccolo altopiano di fërcùzzë. Il toponimo, essendo un derivato di forca 'intaglio a V' con valore diminutivo, riflette la morfologia del sito, caratterizzato dall'alternarsi di dossi e vallette.

14. A confine con il comune di Caporciano, si trovano le càmbërë dë jènnë, una piccola piana parzialmente coltivata in passato. Il nome richiama però la presenza di querce, significando 'campi delle ghiande'. L'appellativo campora è infatti un plurale arcaico, in -ora di campo, nel senso di 'pianoro intermontano'.

15. Il confine con il comune di San Pio è segnato da un fosso detto dell'uràgnë abbrusciàtë. Questa designazione si applica al versante rivolto a nord della Selva, infatti il toponimo è composto dall'appellativo boragno (nella fonetica locale uràgnë) 'luogo esposto a borea', e dall'aggettivo 'bruciato', che descriverà una porzione di bosco andata bruciata.


La regione della Selva
16. A circa 1 km dal paese, lungo la carrozzabile per la Madonna dei Centorelli si trova un bivio (857 m). La via di sinistra, che procede in direzione est, va a servire il cimitero di Carapelle e l'insediamento turistico della Gliura. Subito dopo il bivio, si guada un piccolo fosso, detto la vàlla, che scende nell'ampia vallata sottostante. Il toponimo è trasparente, trattandosi dell'appellativo valle.

17. Non molto distante dal cimitero, la strada per la Gliura passa accanto ad una edicola votiva, detta semplicemente la cóna. Su un cocuzzolo alquanto defilato verso nord c'è la chiesa di San Vincenzo. Fra questa e la Cona si estende la valletta incolta delle sódë. Ribattezzata Sodi sulle carte IGM, il nome della località riflette in realtà l'appellativo soda 'terreno sodo, incolto'.

18. La strada per la Gliura prosegue verso est. A 812 m una breve deviazione consente di raggiungere la chiesa settecentesca di San Pancrazio, ai bordi di un piccolo ripiano, disboscato in epoca altomedievale, da cui si domina l'alto bacino del Tirino. La strada invece prosegue nella valletta di pédë la sélva, così chiamata perché lambisce le pendici della sélva, il vasto bosco che occupa tutto il settore sudest del comune, fino ai confini con Navelli. Sulla cartografia IGM sono riportati entrambi i toponimi, Piè della Selva e Selva di S. Pancrazio. La spianata di càpë la sélva culminante a 1034 m costituisce la maggiore elevazione della zona.

19. La Selva è percorsa da una mulattiera che procede in parallelo alla strada, ma più a monte di questa, attraversando le località di còllë jùglië e còllë pianéglië. I nomi di queste località sono formati con l'appellativo colle. La prima specificazione è la variante locale del nome del loglio, una pianta erbacea delle graminacee, spontanea ma anche coltivata per il foraggio. La seconda specificazione è un diminutivo di piano, col suffisso -ello.

20. Nei pressi della chiesa di San Pancrazio, in una valletta piuttosto incassata, è da segnalare il toponimo spigliùca. Si tratta di un derivato del latino spelunca, accostato ad una serie di nomi col suffisso -uco. Il toponimo in questione si riferirà ad una grotta presente nelle paretine rocciose che chiudono la valletta, proprio sotto la chiesa.


La montagna del Colle
21. La strada più seguita per scendere verso la vallata del Tirino è quella che si stacca, nella zona dei rivórë, dalla strada San Pio-Carapelle. Un primo tornante scende nella zona delle vìgnërë, sotto il paese. Questo toponimo fa pensare alla presenza di vigne nella località, dato che si tratta di un neutro arcaico in -ora di vigna.

22. Il colle di San Vittorino, l'importante chiesa preesistente all'incastellamento di Carapelle, è noto semplicemente come còllë (894 m). Dopo la chiesa, la strada passa sotto la crócë (di San Vittorino) ed affronta il tornante detto della rëvóta, caratterizzato da una discarica. In realtà il toponimo pare riferito alla vecchia mulattiera preesistente, proveniente dal paese, che compiva una leggera curva per aggirare il Colle. Su questa via si trova una seconda crocetta, sotto il tornante stradale. Quanto al tornante, il nome recente è in effetti cùrva dë la mmënnézza 'curva della mondezza'.

23. Dopo il secondo tornante, la strada attraversa la zona pianeggiante di sujànë. Questo è un toponimo fondiario, derivato dal nome del proprietario romano, probabilmente Soius o simili. Sulla cartografia IGM è riportato il nome Soiane, con errato adattamento dal dialetto.

24. A metà del pianoro di Soiano, la strada lambisce lo sbocco della vàlla crócë, che proviene da dietro il colle di San Vincenzo. Una vecchia mulattiera collegava Carapelle con il tornante di Soiano e con la testata di questa valletta. Quanto al nome, esso presuppone la presenza di una 'croce', che però non è segnata sulle carte.

25. A nord di Soiano va collocato il toponimo carrùttë, assegnato ad una stradina o ad un fosso. Infatti, dovrebbe trattarsi di un riflesso della voce caravotto, diminutivo col suffisso -otto di càravo, una base prelatina di diffusione piuttosto ampia.

26. Più avanti, a destra della strada, è la volta della località lë nùcë, dove si troveranno delle piante di noce. dopodichè con un paio di svelti tornanti la strada si getta nelle vallate dell'alto Tirino.


Altri toponimi sono stati registrati che si riferiscono a località pedemontane, verso la vallata del fiume Tirino. Seguendo la strada, dopo lë nùcë si trovano carpënétë, a destra della strada, còllë a lë vìgnë (652 m), vàllë ri vinàrdë, sotto San Pancrazio, ignìzzë, ai confini con Castelvecchio, vìa ri fràttë, di fronte a quest'ultima, lunghìzzë, allo sbocco sulla superstrada del Tirino. Altre località sono ru cruvìnë, dëzzànë, ri fundanéglië, puzzónë, la puzzulàna, pé mmacéglië, còllë stingónë, mentre al di là della Selva, a confine con Caporciano e Navelli, ci sono prëtarìnnëla e asìnë. Alcuni di questi toponimi appaiono molto antichi, come asìnë, ignizzë e lunghìzzë che potrebbero riflettere dei locativi (in -i, quindi metafonetici) di personali romani come Asinius ed Egnatius (il terzo è meno chiaro), oppure dëzzànë che è un prediale, da Decius.